You are here

LETTERA
del presidente

Il 2017 è stato l’anno delle svolte.

In primo luogo, i dati di bilancio che confermano i progressi di redditività, efficienza e  solidità finanziaria  ci permettono  di pensare a una crescita sostenibile e duratura nel tempo.
Un risultato – tra i più importanti conseguiti negli anni del rilancio - reso possibile dall’impegno e il sostegno delle persone di SEA.
Ed è proprio nel rapporto tra l’azienda e le sue persone che si segna la seconda profonda evoluzione, guidata da criteri di fiducia, responsabilizzazione, proattività e condivisione.

Il 2017 è stato l’anno della svolta. Segnali positivi li stiamo vedendo già dal 2015, soprattutto su Malpensa, ma oggi i dati di bilancio che confermano i progressi di redditività, efficienza e  solidità finanziaria  ci permettono  di  guardare ai prossimi  con una prospettiva decisamente  diversa da quella dell’emergenza che ha caratterizzato quasi un decennio della storia di Sea.  Possiamo pensare a una crescita sostenibile e duratura nel tempo nonostante i vincoli finanziari. Perché è stata rafforzata la struttura finanziaria della Società. Abbiamo ridotto ulteriormente la posizione finanziaria netta e siamo quindi fra gli aeroporti europei con il miglior rapporto PFN/EBITDA. Ovvero nonostante gli investimenti fatti e i dividendi pagati non abbiamo aggiunto debito ma abbiamo proseguito nel pagamento. Sea ha una struttura finanziaria ben bilanciata e anche  un debito molto ben bilanciato.
Dopo l’adeguamento delle tariffe aeroportuali  agli standard dei migliori aeroporti europei, oggi possiamo aggiungere il terminal value che grazie alla remunerazione degli investimenti anche in caso di mancata riassegnazione della concessione garantisce ipotesi di sviluppo di lungo termine e facilita l’impiego delle risorse necessarie. Se con le regole attuali siamo stati capaci di rinnovare i nostri tre aeroporti,  entro il 2020 finiremo i lavori, il terminal value apre la strada al nuovo masterplan di Linate e a al proseguimento dei lavori su Malpensa e al valore che questi investimenti genereranno per i rispettivi territori.

E’ vero che stiamo vivendo in un contesto di ripresa generale e Milano, al momento, è una delle città che meglio interpreta questa tendenza. E’ anche vero che la ripresa si è registrata in tutto il settore del trasporto aereo ma i dati evidenziano una specifica solidità della nostra crescita. I dati cargo con 576mila tonnellate di merci e una crescita del 7,3% collocano Malpensa ormai al quinto posto in Europa per volume di merci trasportate. La crescita media degli aeroporti italiani è del 6,7% e quella europea è del 6,5% (dati novembre aspettare dicembre). Ma Malpensa è decisamente rsopra la media con il suo + 14,8%. Questi risultati sono frutto delle scelte fatte con i colleghi in questi anni.

L’ingresso di Ryan Air la cui concorrenza ha favorito la crescita di tutti i vettori low cost presenti a Malpensa. Senza cannibalizzazione, anzi con nuove 11 destinazioni di breve e medio raggio e 105 voli settimanali in più a vantaggio dei nostri passeggeri e soprattutto del territorio. La continua attenzione alla qualità, condizione necessaria per attrarre e supportare il traffico intercontinentale che anche nel 2017 cresce del 5,7%. Su questo fronte poi abbiamo importanti novità con l’apertura del Milano Los Angeles di Norwegian, l’annuncio del Worldwide di easyJet che apre la strada al lungo raggio della compagnia  e le nuove tratte per Miami e New York di Meridiana che speriamo possa presto aumentare i suoi voli intercontinentali su Malpensa.

Per quanto riguarda Linate che registra una lieve perdita di passeggeri (1,4%) legata alle difficoltà di Alitalia abbiamo tutti l'auspicio che Alitalia esca più forte da questa situazione complicata, se possibile intera, ma soprattutto sia messa in condizione di fare il mestiere della compagnia di bandiera. Milano e la Lombardia sono collegati benissimo con il resto d'Europa ma mancano le rotte dirette con il resto del mondo.  In ogni caso con le dovute attenzioni (leggi accantonamenti) in seguito a un acuirsi della crisi di Alitalia, Linate soffrirebbe solo  per un tempo ipotizzabile tra i sei mesi e un anno e poi, si potrebbe eventualmente anche trarre vantaggio da un riassetto del sistema.